Nella prima “puntata” del nostro percorso di approfondimento sugli Innovation Hub, abbiamo dato una nostra visione (entusiasta) sull’importanza degli Innovation Hub per il sistema imprenditoriale e abbiamo cercato, tra le tante definizioni, di individuare un “minimo comune denominatore”, le caratteristiche tipiche di tali contesti.
Oggi, a cominciare da questa seconda puntata, vogliamo focalizzare l’attenzione sul ruolo degli Innovation Hub e su “cosa fanno”, partendo da una specifica quanto caratteristica attività che viene effettivamente realizzata dagli Innovation Hub, portando anche un pizzico della nostra esperienza concreta, per capire quale impatto possa avere questo modello ecosistemico sulle Imprese: il Trasferimento Tecnologico.
Trasferimento Tecnologico: che cos’è? … e perché funziona?
Quando si parla di trasferimento tecnologico, ci si riferisce generalmente al processo che porta una conoscenza (relativa a un prodotto, un servizio, una tecnologia, un processo, ecc.) dal mondo della Ricerca al Mercato.
È un processo complesso, che comprende varie fasi:
- come identificare precisamente il prodotto, servizio, processo e tecnologia nuovi;
- quale possa essere la loro applicazione, innanzitutto dal punto di vista industriale;
- quali possono essere gli strumenti giuridici di protezione intellettuale e industriale (brevettazione, registrazione, ecc.)
- quali possono essere gli strumenti operativi con i quali la conoscenza può essere portata al mercato e sfruttata economicamente: attraverso la creazione di una nuova entità giuridica che si occupi in via esclusiva (o, almeno all’inizio prevalente) di sviluppare e industrializzare l’idea innovativa, oppure la cessione dei diritti di sfruttamento di tale conoscenza ad aziende già esistenti.
Nel particolare scenario italiano, le attività di trasferimento tecnologico sono tradizionalmente svolte dalle Università, detentrici del sapere teorico e fucina di nuovi talenti e scoperte.
Si comprende, però, come vi possa essere difficoltà dell’Impresa, per soggezione, ad avvicinarsi al mondo della ricerca (sia essa scientifica che universitaria) così come il mondo accademico raramente frequenta, ibrida e si contamina con quello dell’Impresa.
In altre parole, il modello tradizionale, verticale, di trasferimento tecnologico, quello più tradizionale, non può più essere l’unico attraverso il quale il trasferimento tecnologico può essere realizzato.
Sono nate da tempo esperienza di open innovation, ossia innovazione anche dal basso.
Si sono sviluppati, in aggiunta, parecchi HUB dell’Innovazione, anche non formalizzati con Incubatori certificati, ed anche il Governo si è accorto di questi ultimi, dedicando un’intera componente del PNRR, la n. 2 della Missione 4, al trasferimento tecnologico ed agli Innovation HUB.
Da qualche tempo, inoltre, si sperimenta anche un modello di trasferimento tecnologico “orizzontale” proprio in ambienti multi-frequenza.
Ed ecco, quindi, la nostra riflessione, che prende le mosse dagli Ecosistemi che frequentiamo quotidianamente e da quelli dove abbiamo sede fisica: mettendo a fattor comune i risultati raggiunti e le competenze esistenti in unico ambiente e coinvolgendo tutti gli stakeholder del territorio legati ad un Ecosistema, quindi anche le Imprese con le lore competenze e tecnologie, si può fare trasferimento tecnologico orizzontale, tra pari (“peer to peer”, potremmo dire, ossia di condivisione decentralizzata).
Da questo nuovo modello si potranno emergere attività positive, come:
- mappare le componenti tecnologiche, umane e progettuali coinvolte, per comprendere le potenzialità di ciascuna individualità;
- individuare le competenze necessarie, valorizzandole;
- accendere la scintilla dell’innovazione, che può trainare l’imprenditore e in generale il Paese.
I modelli di trasferimento tecnologico peer to peer, dunque, mettono tutti gli stakeholder sul medesimo piano, valorizzando le particolarità e le caratteristiche di ognuno, in un ecosistema circolare in cui il progetto innovativo è compartecipato e vincente per tutti, con l’effetto di ibridare e contaminare tutti gli attori.
Certo, il tutto deve essere armonizzato, organizzato e gestito da management qualificato.
Se tutto quello che Vi abbiamo esposto ha sollecitato interesse e curiosità, rimanete sintonizzati per la prossima puntata, in cui andremo ad approfondire altri lati degli Innovation Hub, dal punto di vista delle azioni a favore delle Imprese in generale (non solo di quelle Innovative e di Start up) e di Progetti imprenditoriali ad alto valore aggiunto.
Stay tuned!