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Filiere ed ecosistema attuale: chi certifica il Certificatore?

La filiera tecnologica attuale, chi certifica il certificatore

Il sistema delle Filiere vive, oggi, di conflitti di interesse. Gli Enti (Associazioni o Consorzi) detentori del «Marchio di Filiera» sono gli stessi che:
– Dettano le regole;
– Incaricano i partecipanti degli obblighi di autocertificazione (sia di qualità che di comportamento);
– Generano un sistema gerarchico e di responsabilità a cascata che, volendo, penalizza la trasparenza (difficile a volte individuare il singolo responsabile);
– Utilizzano la tecnologia per il minimo possibile.
In sintesi, le Filiere sono realizzate con organizzazioni gerarchiche che hanno vertice nei predetti Enti i quali generano un Regolamento (per gli accreditamenti, le procedure, le responsabilità, le certificazioni e la supervisione) al quale si sottopongono tutti gli attori della Filiera stessa, impegnandosi ad adempierlo.

Il tutto si basa sul meccanismo dell’autocertificazione dei singoli (nella filiera dell’olio, per esempio: del coltivatore di olive; chi si occupa della raccolta; il trasportatore; chi lavora le olive).

Il settore, dunque, è sostanzialmente «autoregolamentato» e fondato sulle “dichiarazioni” unilateralmente emesse dai singoli attori, a formare un insieme di carteggi a firma tradizionale.

In caso di irregolarità, pochi hanno interesse a far emergere il vulnus, potendosi tendenzialmente trovare più conveniente gestirlo, tenerlo sommerso, o comunque non dichiararlo.

Palese, infatti, il conflitto di interessi insito in un meccanismo auto-accreditato, ove il soggetto che controlla è lo stesso che genera le regole, avalla la Filiera e detiene la visibilità e il valore della stessa, attraverso il marchio.

Come superare l’attuale sistema?

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