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Il fattore abilitante la Transizione Ecologica

L’approfondimento di Oscar Legnani in occasione dell’evento organizzato da G.C. Network Consulting su “Transizione energetica e mobilità sostenibile – tra presente e futuro” (lunedì 12 settembre 2022 – Sala del Refettorio, Camera dei Deputati, Roma)


Interessante partecipare agli eventi di GC Network, non solo per la competenza degli interventi e la levatura dei relatori e degli invitati al panel ma anche e soprattutto per la diversità e la contaminazione che si respira: scintille, connessioni, nuove relazioni tra argomenti, concetti, pensieri e punti di multi-contatto.

Emerge forte, da tutti gli interventi, una componente importante: la centralità della PERSONA.

Se si può sostenere (com’è) che la TECNOLOGIA è il fattore abilitante la Trasformazione Digitale, altrettanto sostenibile è che la PERSONA sia il fattore abilitante la Transizione Energetica e, più in generale, dei processi virtuosi di Sostenibilità.

Abbiamo a disposizione tante tecnologie abilitanti (sicuramente da perfezionale ma alcune già operative e implementate), potenzialmente in grado di ridurre l’impatto ambientale ed energetico delle attività quotidiane.

Mi riferisco ad innovazioni direttamente indirizzate alle fonti energetiche e all’utilizzo di energia, quindi ad impatto diretto sulla Transizione Energetica, quali:

  • un portfolio di fonti energetiche sostenibili (fotovoltaico e termodinamico, idraulica, energia eolica, l’energia del mare, biomasse, biogas a matrice organica)
  • numerose e diversificate soluzioni di efficienza energetica
  • la cattura e sequestro dell’anidride carbonica (CO2) per l’utilizzo sostenibile di fonti fossili

così come ad innovazioni ad impatto indiretto (che vedono l’intersecarsi tra tecnologia tradizionale e mondo digitale) quali:

  • l’utilizzo di Algoritmi e di Intelligenza Artificiale (che stanno gemmando piattaforme informatiche di gestione e controllo energetico, comprensive di saving a base finanziaria)
  • l’utilizzo e l’applicazione della sensoristica (che sta gemmando piattaforme basate sull’IoT – Internet of Things – che mutano i processi economici tradizionali, come la produzione, convertendoli parzialmente o integralmente in servizi).

Non è un caso che nel documento “Playing my part” del 21 aprile scorso, frutto della collaborazione tra la Commissione Europea e l’International Energy Agency (IEA), si sia messo l’accento sull’agire quotidiano del cittadino e sulle sue azioni individuali.

Nel report si evidenziano le piccole azioni che possono comportare grandi risparmi:

With small actions, you can make a big difference

Una semplice To Do List? Oppure un vademecum operativo del buon cittadino del mondo?

Nulla di tutto ciò.

Mi piace leggere questo documento nel contesto di un percorso avviato da tempo anche da ENEA, che già nel 2017 evidenziava “la necessità di coniugare sempre meglio fra loro le leve tecnologiche e comportamentali; ciò per poter puntare ad un progresso basato su uno sviluppo veramente sostenibile”.

Si tratta dunque del primo gradino che, facendo leva su informazioni concrete, porta o mantiene la PERSONA ad un corretto grado di consapevolezza, perché divenga il FATTORE ABILITANTE la Transizione Energetica, con il suo comportamento nei diversi ambiti che socialmente, culturalmente ed economicamente occupa!

Mi piace leggere l’avvio, dunque, di un percorso che deve preparare tutti noi a volere fortemente cambi di paradigma complessi, ad alto livello, come la SERVITIZZAZIONE.

Questa, è un processo di trasformazione digitale che trasforma il “prodotto” in “servizio”.

Per fare un esempio semplice, trasforma una “lavatrice” in un “servizio di lavaggio” presso la propria abitazione. Il consumatore di un prodotto diventa un fruitore di un servizio, ossia non acquista più una lavatrice (che paga subito indipendentemente da quanto usa, deve essere manutenuta e cambiata, ormai di frequente) ma accoglie a casa propria un “macchinario”, di proprietà di un terzo, che eroga un servizio di lavaggio in suo favore, verso il quale paga solo il servizio (o meglio, i servizi), se, quando e quanto li utilizza.

Da costo fisso a costo variabile… ma non soltanto questo.

Il fruitore abbandona il concetto di proprietà in favore di quello dell’utilizzazione ed acquisisce nuovi servizi. L’imprenditore abbandona l’organizzazione della sua azienda fondata sulla produzione ed accoglie quella della relazione continua con il suo cliente finale, in funzione di un rapporto di lunga durata.

In questa ottica, culturale, ancor prima che economica, si interrompe il meccanismo della vendita continua, si inverte il trend del consumismo spinto. L’Imprenditore andrà a riciclare il più possibile le lavatrici esistenti, per mantenerle continuamente in buono stato e nel circuito dei servizi.

Un nuovo business. Evoluto?

Certamente, non solo perché nasce, by default, propenso al mantenimento del prodotto (quindi sostenibile per definizione) ma perché l’inserimento di sensoristica e di comunicazione tra oggetti (IoT, Dashboard di controllo e gestione dei macchinari interconnessi) e tra questi ed il fornitore permetterà, per fare esempi:

  • efficientamento e saving energetico;
  • manutenzione predittiva;
  • ricette di lavaggio testate e professionali;
  • orientamento all’utilizzo di prodotti di lavaggio sostenibili;
  • community di scambio informazioni.

Un effetto complessivo di risparmio, efficientamento, collegamento, community che potrà salvare il pianeta rispetto al prevedibile trend (ove non invertito) del consumismo eccessivo aggravato dalle economie in forte sviluppo.

Una Trasformazione, però, complessa, che necessita anche (soprattutto) di una forte consapevolezza dell’utente, per poi essere accolta anche nell’altrettanto complesso percorso dell’Imprenditore, che dovrà impegnarsi nella conversione della propria fabbrica, evolvendola verso la prevalente fornitura di servizi ad alto valore aggiunto.

Ed ecco che si torna al fattore abilitante: la PERSONA.

La consapevolezza, proposta in modo “leggero” (ma per nulla superficiale) dalla Commissione Europea è solo il primo passo, come si diceva, della PERSONA quale soggetto “agente” nella società, come cittadino, nella famiglia, in ambito culturale, nella collettività.

A questa consapevolezza faranno seguito comportamenti virtuosi, che il cittadino si porterà in tutti gli ambiti del proprio agire, anche in quello economico, politico, professionale, lavorativo. Seguiranno i mutamenti di paradigma che tanto ci servono:

  • da consumer a prosumer etico e consapevole;
  • dalla competizione alla collaborazione tra imprenditori;
  • da contraenti a contropartner nei contratti, verso accordi collaborativi;
  • da contropartner a Partner nei progetti complessi di ampio respiro, come la sostenibilità.

Si attiveranno:

  • Energy Community, anche in ambito produttivo (non solo di collettività)
  • comportamenti eticamente orientati, a valorizzare la Responsabilità Sociale dell’Impresa;
  • fonti energetiche sostenibili;
  • processi di servitizzazione;
  • economia circolare, tendente alla Blue Economy.

Non sottraiamoci, pertanto, alla nostra responsabilità, quali cittadini e nel nostro ambito economico, imprenditoriale, lavorativo, professionale, politico; responsabilità che impone la massima consapevolezza di quanto la PERSONA (noi stessi) sia il più economico, immediato e potente fattore abilitante le Transizioni in atto, non ultima quella “relazionale”.

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