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Cinema + NFT: una “complementarità” che moltiplica l’ibridazione tra reale e virtuale

In diversi settori si assiste alla crescita e allo sviluppo di nuovi processi, nuove strategie e nuove proposte, poste a fondamento della nuova era digitale.

La tecnologia sta svolgendo un ruolo di fondamentale importanza in svariati settori.

Tra essi, quello del cinema.

Numerosi gli esempi, a partire dagli esperimenti, riusciti, di riproduzione animata della recitazione reale con sensori facciali, ai ben noti colossal in cartellone, realizzati in gran parte con tecniche avanzate di computer graphics.

Tale evoluzione non è destinata ad arrestarsi, anzi.

La c.d. “realtà virtuale” (di cui il metaverso è, al momento, la principale promessa) ha la pretesa di stravolgere le meccaniche e le modalità di pensiero oggi diffusi.

L’intangibile, pertanto, si fa sempre più spazio nel vivere quotidiano.

Non possiamo che notare come gli spazi virtuali stiano via via aumentando la propria densità in termini di abitanti (o meglio, di utenti), facendosi largo tra la vita personale e professionale delle persone e delle aziende, divenendo, pertanto, vita complementare a quella più letteralmente “reale”.

Persone ed aziende sentono la necessità (i più appassionati, il desiderio!) di trasportare all’interno di questo nuovo e gigantesco spazio digitale aspetti propri della vita reale.

Un rapporto di complementarità in evoluzione, a tratti sperimentale, non sempre prevedibile, a volte inquietante, altre volte esaltante!

Questo fenomeno, che è già in corso nel mondo dell’arte, si sta affacciando anche al mondo del cinema.

La conferma di questa tendenza è data dagli NFT – Non Fungible Token.

Gli NFT si stanno diffondendo con grande rapidità, sull’onda, da tempo in atto, del fenomeno dei c.d. “Digital Twin”, ossia dei “gemelli digitali” (in ambito meccanico ma anche in quello immobiliare), ossia vere e proprie rappresentazioni nel mondo virtuale di beni appartenenti alla sfera “reale”.

NFT (Non Fungible Token): ma di cosa si tratta esattamente?

La Società contemporanea è intrinsecamente legata a concetti quali il possesso, la proprietà, la paternità: nel mondo “reale” questi concetti (giuridicamente, dovremmo definirli “istituti”) trovano una disciplina legislativa e regolamentare ben precisa.

Nel mondo virtuale, gli stessi concetti si stanno facendo strada, alla ricerca di una propria identità e, ancora prima, di una propria “meccanica”: le innovazioni tecnologiche avanzate, come la blockchain, danno un importante contributo.

Cominciamo qui: la blockchain, un registro pubblico, distribuito ed immutabile di dati che consente, attraverso degli algoritmi crittografici, di proteggere le informazioni raccolte, così come l’identità dei partecipanti alla “rete di blocchi”.

È un sistema decentralizzato, distribuito tra diversi “nodi” che cooperano per mantenere un alto grado di sicurezza e protezione delle informazioni condivise.

Il principio su cui si fonda la blockchain è la trasparenza: trattandosi di un registro pubblico, ogni partecipante alla rete può conoscere le informazioni ivi contenute ed è così che la proprietà e la paternità di un determinato bene “digitale” vengono garantite.

Gli NFT si fondano proprio su questo stesso sistema.

Sono informazioni digitali che “viaggiano” su registro pubblico, distribuito ed immutabile.

Si tratta di “certificati digitali”, basati sulla tecnologia blockchain (che garantisce sicurezza, integrità e affidabilità contro eventuali dispersioni o manomissioni), volti a identificare in modo univoco (attraverso una “impronta digitale”, il cosiddetto codice hash), insostituibile e non replicabile la proprietà di un prodotto digitale.

Si tratta quindi di “oggetti digitali” unici e irripetibili (non fungibili per l’appunto) in quanto a ciascuno di questi vengono associate delle caratteristiche tali da renderlo unico.

Con la l’acronimo NFT, però, si ricomprendono diverse categorie:

  • i Digital Twin: come anticipato, si tratta di rappresentazioni virtuali di beni esistenti nel mondo reale;
  • i Security Token: vengono generalmente emessi da una società e rappresentano delle quote della stessa (i soggetti che, quindi, decidano di acquistare questa categoria di NFT effettuano degli investimenti in capitale di rischio, in un’ottica di auspicato profitto);
  • gli Utility Token: a differenza della precedente categoria, questi NFT non rappresentato tanto una possibilità di investimento, quanto la possibilità di raggiungere un determinato scopo (ad esempio: creare esperienze personalizzate, offrire l’accesso a funzionalità specifiche).

La blockchain non è però l’unico elemento caratteristico su cui si fondano gli NFT.

Infatti, accanto alla forza tecnologica è presente un elemento caratterizzante di fiducia che si instaura tra le parti del rapporto: data l’unicità del NFT, non sarà possibile il molteplice trasferimento della proprietà del medesimo oggetto digitale a diversi soggetti (o, se compiuto, il trasferimento è registrato in blockchain e quindi visibile e opponibile a chiunque); garanzia, questa, che caratterizza il mondo virtuale e che difficilmente può realizzarsi nel mondo reale.

Inoltre, a differenza degli oggetti “reali”, quelli “digitali” possiedono il connotato dell’immutabilità oltre che quello della unicità: difatti, se un oggetto reale patisce gli effetti del tempo e dell’usura, l’oggetto digitale è un bene perfettamente durevole.

Le regole sottese al funzionamento ed operatività degli NFT si devono ai meccanismi propri degli smart contracts, codici informatici in grado di costruire un asset di regole in grado di creare e gestire un NFT, anche in modo automatizzato, prevedendo determinati eventi ed effetti all’avverarsi o meno di determinate condizioni.

Ecco che l’insieme di tutte queste tecnologie avanzate (blockchain, NFT e smart contracts) rappresenta la base perfetta per la realizzazione di concetti quali la proprietà, la paternità e i diritti sui beni digitali.

Potremmo quindi riassumere i seguenti punti di forza derivanti dalle caratteristiche proprie degli NFT:

  • non replicabilità
  • unicità;
  • durabilità
  • immutabilità.

Gli NFT, per intenderci, sono beni digitali diversi dalle criptovalute che, al contrario, sono tra loro sostituibili (quindi fungibili per l’appunto), mentre questo non può accadere per:

  • un’opera d’arte
  • un testo musicale
  • un’opera cinematografica
  • in quanto tutte connotate dal carattere dell’originalità e della infungibilità.

Affacciandoci al mondo del cinema, la proprietà di un’opera cinematografica, o i diritti cinematografici connessi all’opera stessa, ben potrebbero, attraverso tali tecnologie, essere definiti, individuati e tutelati in maniera stringente, e gli eventi ad essa connessi (come, per esempio la sua distribuzione, e il suo trasferimento) potrebbero avvenire in modo automatico, trasparente e disintermediato (specificando, attraverso un codice informatico, le diverse condizioni che devono avverarsi affinché tale circostanza possa avverarsi).

Inoltre, l’opera assumerebbe, per definizione, il carattere dell’unicità e dell’immutabilità, proprio degli NFT, potendo essere associata ad un unico utente, determinato e specifico, il cui diritto di proprietà sull’opera (nativa digitale o digitalizzata) viene, perciò, ancor più garantita e salvaguardata.

Questi scenari e nuove prospettive presentano, evidentemente, innumerevoli vantaggi, soprattutto dal punto di vista dell’operatività, dell’efficienza, della protezione, della gestione e della sicurezza delle operazioni che coinvolgono beni digitali e i relativi diritti connessi. Gli NFT consentono una ulteriore, nuova e diversa vita alle opere cinematografiche, che possono essere “sfruttate” attraverso nuovi canali, per produrre nuovo valore (compresa la possibilità di accedere a ulteriori forme di investimento e finanziamento).

Non possiamo, ovviamente, nascondere il fatto che, dal punto di vista normativo, non esistono ancora regolamentazioni specifiche aventi ad oggetto queste complesse funzionalità, e trattandosi di tecnologie nuove ed altamente avanzate occorre agire “creativamente” anche dal punto di vista giuridico, per disciplinare, con strumenti di oggi (pensiamo alla normativa sui diritti di proprietà intellettuale, sulla protezione dei dati personali), nuove relazioni, nuovi attori, nuovi orizzonti futuribili.

E noi di LegnaniLegal siamo, anche fisicamente, alla “frontiera” proprio per cogliere queste sfide e trasformarle in nuove opportunità, sempre vincenti!

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